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La genealogia della morale – Friedrich Nietzsche (The Genealogy of Morals – Italiano)
Pubblicata per la prima volta in tedesco nel 1887, la Genealogia della morale fu concepita da Nietzsche come chiarimento e supplemento al suo trattato del 1882 Al di là del bene e del male. Nella sua ultima opera pubblicata, Ecce Homo, Nietzsche descrisse i saggi che costituiscono la Genealogia della morale come “tre decisive aperture da parte di uno psicologo verso una rivalutazione di tutti i valori” e affermò che erano “per quanto riguarda l’espressione, l’aspirazione e l’arte dell’inatteso, forse le cose più curiose che siano mai state scritte”. Sebbene questa autovalutazione sia probabilmente un’esagerazione, la Genealogia della morale è…
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La genealogia della morale – Friedrich Nietzsche (The Genealogy of Morals – Italiano)
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Pubblicata per la prima volta in tedesco nel 1887, la Genealogia della morale fu concepita da Nietzsche come chiarimento e supplemento al suo trattato del 1882 Al di là del bene e del male. Nella sua ultima opera pubblicata, Ecce Homo, Nietzsche descrisse i saggi che costituiscono la Genealogia della morale come “tre decisive aperture da parte di uno psicologo verso una rivalutazione di tutti i valori” e affermò che erano “per quanto riguarda l’espressione, l’aspirazione e l’arte dell’inatteso, forse le cose più curiose che siano mai state scritte”. Sebbene questa autovalutazione sia probabilmente un’esagerazione, la Genealogia della morale è ampiamente riconosciuta come un contributo unico alla filosofia sia nel contenuto che nello stile. Lo stile è intenzionalmente difficile, concepito di volta in volta per incoraggiare, respingere e fuorviare.
“In ogni caso”, scrisse, “l’inizio è calcolato per mistificare; è freddo, scientifico, persino ironico, intenzionalmente spinto in primo piano, intenzionalmente reticente. …
Alla fine, in ogni caso, tra spaventosi tuoni, una nuova verità risplende tra spesse nuvole”. Nel primo saggio, Nietzsche introduce l’idea di risentimento, fonte e fondamento (sostiene) delle religioni cristiana ed ebraica e meccanismo psicologico fondamentale della connessa “rivolta degli schiavi” nella moralità, un’inversione valutativa compiuta dagli oppressi per compensare, e per permettersi di sopportare, la propria impotenza e la conseguente frustrazione.
Nietzsche contrappone i valori “nobili”, la cui opposizione centrale è quella di “bene” e “male” applicati agli esseri umani stessi, ai valori “servili”, la cui opposizione centrale è quella di “bene” e “male” applicati alle azioni. L’esaltazione di quest’ultima opposizione nel cristianesimo rappresenta, secondo Nietzsche, “la grande insurrezione contro il dominio dei valori nobili” comune alla Roma pagana e all’antica Grecia. Il secondo saggio inizia con una discussione sulla promessa e sul valore dell’oblio, poi fa risalire le origini della colpa e della cattiva coscienza alla crudeltà autodiretta, l’applicazione interiore di un istinto animale naturalmente brutale a cui è stato impedito di trovare espressione esteriore.
Nietzsche prosegue fornendo un’analisi dell’origine e dello scopo della punizione nelle società umane. “La crudeltà”, afferma Nietzsche in modo controverso in Ecce Homo, “è qui smascherata, per la prima volta, come uno degli elementi più antichi e indispensabili nel fondamento della cultura”.
“Gli ideali ascetici”, le cui “tre grandi parole pompose sono povertà, umiltà e castità”, sono l’argomento del terzo saggio, il più lungo dell’opera e forse il suo culmine retorico. Nietzsche considera qui l’ideale ascetico così come incarnato da artisti, studiosi e sacerdoti, notando le differenze tra i tre gruppi nell’espressione e negli effetti dell’ideale. Si chiede perché gli ideali ascetici siano così potenti, dato che, a suo avviso, sono generalmente dannosi per la salute e il benessere umani, concludendo che il potere dell’ideale ascetico deriva da una carenza storica di ideali concorrenti e che “l’uomo desidererà il Nulla piuttosto che non desiderarlo affatto”.
In contrasto con la percezione popolare che una prospettiva scientifica sia in linea di principio opposta alla religiosità, essendo quest’ultima la dimora naturale degli ideali ascetici, Nietzsche deduce dalla sua analisi della “volontà di verità” che il rapporto tra scienza e ideali ascetici stessi non è affatto antagonistico. Infatti, “la scienza rappresenta la forza progressiva nell’evoluzione interiore di quell’ideale”; ancora di più, “la valutazione degli ideali ascetici implica inevitabilmente la valutazione della scienza”. Nietzsche, inoltre, implica in modo interessante se stesso e la propria genealogia nella preservazione degli ideali ascetici, identificando il legame tra tali ideali e la filosofia stessa come molto forte.
Il terzo saggio è degno di nota per essere stato individuato da Nietzsche come un esercizio di esposizione di un aforisma. Gli studiosi, in particolare Christopher Janaway, hanno discusso se l’aforisma di cui il saggio è presumibilmente un commento sia l’epigrafe della sua precedente opera Così parlò Zarathustra, o piuttosto il primo dei paragrafi numerati del saggio.
Lo stile turbolento e disordinatamente erudito di Nietzsche ha contribuito alla sua accoglienza contrastante in filosofia e nella cultura più ampia, e all’idea che egli fosse interessato tanto al virtuosismo letterario quanto alla chiarezza filosofica. Tuttavia, nonostante la complessità letteraria della sua opera, è ancora possibile chiedersi, a proposito del suo contenuto – come fece Bertrand Russell nella sua Storia della filosofia occidentale – “Cosa dobbiamo pensare delle dottrine di Nietzsche? Quanto sono vere?
Sono utili in qualche misura? C’è in esse qualcosa di oggettivo, o sono le semplici fantasie di potere di un invalido?”. “Non c’è modo di sfuggire a Nietzsche”, scrisse H. L.
Mencken nel 1908. “Potete considerarlo un sibilo e uno scherno e sollevare le vostre gonne virtuose passandogli accanto, ma il suo ruggito è nelle vostre orecchie e le sue bestemmie penetrano nella vostra mente”. Che le sue simpatie blasfeme ci attraggano o ci respingano, e che la sua analisi alla fine destabilizzi o si limiti a rafforzare i nostri presupposti etici iniziali, la Genealogia della morale rimane un’opera essenziale nella storia delle idee, la cui rilevanza morale e politica non accenna a diminuire.
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Additional information
Original Title | The Genealogy of Morals |
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Author | Friedrich Nietzsche |
Translated Title | La genealogia della morale |
Translation Language | Italiano, Italian |
Reading Ease | 37.4 |
Reading Time | 3 hours 12 minutes |
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